Club Cinematografico Triestino

La sceneggiatura nei film amatoriali

SERATA TECNICA

SCENEGGIATURA NEI FILM AMATORIALI

di Claudio Sepin
5 maggio 2016

Questi alcuni appunti catturati durante la serata. Risulta molto difficile farne un resoconto puntuale e riassuntivo. Perciò si tratta di brani carpiti durante la conferenza.

La serata comincia con alcuni commenti sui film recentemente presentati durante le nostre serate (anche quelli delle ultime settimane, di taglio decisamente professionale).
 Alcune cose che si sono viste e che hanno contribuito a rendere interessante ed accattivante il racconto filmico sono alla nostra portata.
 Una prima riflessione  ripensare ogni volta quello che  specifico del cinema,un risultato che si può ottenere solo con il cinema.
 L'invenzione di trovate utili per sceneggiare può nascere solo se siamo in grado di giocare liberamente come facevamo da ragazzi.
 Compito fondamentale della sceneggiatura  quella di trovare personaggi e oggetti,e caratterizzandoli con ricchezza farli agire.
 Azioni, perché noi facciamo progredire il nostro racconto non con le parole ma con le immagini(di azioni e comportamenti)
 Non dimentichiamoci mai che noi produciamo dei video per COMUNICARE.
 La comunicazione è alla base, dunque, dei video: dobbiamo cercare di comunicare BENE le nostre idee, senza per questo "volare alti" (potremmo non disporre dei mezzi necessari), ovvero con riprese difficili, ma nemmeno senza "stare terra a terra" perché questo appiattirebbe il racconto, rendendolo poco accattivante e quindi noioso.
 Visto che comunichiamo con le immagini sarà bene osservare come il film, essendo ripresa del movimento, debba mostrare le AZIONI. Però un'azione nella realtà è spesso lunga e alle volte ha delle parti che non sono necessarie per il racconto, e quindi sono noiose. Dobbiamo cercare, nel montaggio, di limitare l'azione alla sua parte essenziale: ne guadagnerà la storia e l'attenzione dello spettatore.
 Dobbiamo sempre rispondere alle domande: DOVE siamo, CHI fa, COSA succede.
 Quando giriamo un film dobbiamo sempre pensare che esso risveglia alcuni sentimenti nello spettatore. E questo avviene per ogni scena. Ecco che, allora, sarà nostro compito quello di tenere ben viva la TENSIONE nello spettatore, evitando scene che diminuiscano questa sensazione, soprattutto se lo fanno repentinamente e non nei tempi programmati (che sono piuttosto lenti).
 Anche se ormai non si parla più di cinema muto non va mai dimenticato che sono le immagini il vero canale di trasmissione delle sensazioni, i mattoncini che creano la storia. Quindi dovremo affidarci più ad esse che alle parole. Un esempio: lei (o lui) sta corteggiando un'altra persona, ma questa è già sposata e non intende rispondere alle avances. Sarà sufficiente che l'attore sollevi la mano e mostri l'anello nuziale che ha al dito.
 Un altro aspetto delle nostre sceneggiature è il rispetto (ma anche l'individuazione) del TEMA del racconto. Per esercizio si prenda un qualche dépliant pubblicitario che abbia una parte descrittiva. Nel caso specifico è stato proposto un pieghevole che parlava delle nostre montagne. La descrizione di particolari della zona e gli aggettivi usati potevano mettere in moto la nostra fantasia e quindi le nostre riprese.Come si vede si possono estrapolare le singole frasi, e ad ognuna di esse associare una ripresa. Anzi, se stiamo attenti ai particolari troveremo anche i movimenti di macchina: così "il loro panorama è maestoso" diventerà una panoramica orizzontale mentre "sul cui fondo spesso scorrono" diventerà una verticale che parte dalla cima di un monte significativo e poi inquadra il fondovalle con il suo torrente. Quindi seguirà una ripresa dell'acqua che scorre (la tecnica moderna non vuole che si utilizzi, se non in pochi casi, lo zoom).
 L'operaio lavora con le mani , l'artigiano con le mani e la testa, l'artista con le mani,la testa e il cuore. Chi oggi riprende a casaccio con il telefonino lavora solo con le mani. Noi dobbiamo lavorare con le mani e con la testa, ma anche con il cuore. Cio mettere e trasmettere emozioni). Per questo dobbiamo stare attenti quando riprendiamo. Alle volte basta un niente, un minimo inserto per generare questa sensazione. Si pensi ad una banale di piazza Unità. Se essa sarà associata ad un PP di una persona che si guarda intorno diventerà certamente più interessante e coinvolgente.
 Non mi stancherò mai di raccomandare di guardare gli esempi di filmati fatti da altri (possibilmente professionisti o comunque grandi esperti): se lo si fa con molta attenzione si vedranno alcuni particolari che ci daranno spunti per il nostro modo di riprendere. In particolare si riprendano molti dettagli. Il loro compito è quello di tenere desta l'attenzione dello spettatore ma ci saranno molto utili a casa durante il montaggio.
 Sono poi seguite alcuni proiezioni che ci hanno mostrato come l'uso dello zoom sia inutile, anzi è meglio sostituirlo con diversi campi fissi, ben diversi uno dall'altro per inquadratura (sia ZOMM IN che ZOOM OUT). Così anche per le dissolvenze. Ci sono le solite dissolvenze "sul nero" o "dal nero", poi quelle incrociate. Talvolta possiamo anche però valutare se fare le "dissolvenze sul bianco" e "dal bianco", e magari unire i due movimenti per ottenere una buona transizione (anche dal punto di vista narrativo).
 Abbiamo anche visto un film sul fiume Gange. Ovviamente un motivo conduttore era l'acqua che scorreva. Si prega di notare come laddove essa è impetuosa le scene sono brevi e varie, mentre laddove il fiume si allarga e diminuisce la velocità di scorrimento esse diventano più calme (a anche più lunghe=.
 Ancora oggi i documentari molti si concludono con scene di tramonti o addirittura notturne.

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