Club Cinematografico Triestino

STORIA DELLA CINEMATOGRAFIA A TRIESTE

STORIA DELLA CINEMATOGRAFIA A TRIESTE

Serata del Club Cinematografico Triestino

Relatore: dottor Dino CAFAGNA

 

 

Notoriamente la prima proiezione pubblica (a pagamento) fu tenuta dai fratelli Lumière in un caffè di Parigi il 28 dicembre 1895. Dopo soli sei mesi la novità approdò a Trieste. Si tenne in una sala affittata per l’occasione (i cinematografi, ovvero sale attrezzate appositamente per questo tipo di spettacoli vennero parecchi anni più tardi). La sala si trovava in piazza della Borsa (la stessa di oggi, ha mantenuto il nome), più o meno negli ambienti attualmente occupati da una farmacia.

L’avvento del cinematografo in città, già dal 1896, ha comportato dei profondi mutamenti di tipo sociale, economico e culturale. Non va dimenticato che la Trieste di fine ’800 si presentava come una città ricca, in pieno sviluppo non solo economico-industriale, con gli abitanti in costante aumento e impegnati dal mattino alla sera nel commercio e nelle più svariate attività remunerative, ma anche culturale-sociale.

Inizialmente si trattò di un cinema che possiamo definire “ambulante”. Infatti la macchina da proiezione seguiva il suo proprietario e le performance si tenevano nei posti più disparati. Però ben presto si comprese la potenzialità del mezzo (anche economica) e così nacque, sempre in piazza della Borsa e proprio nei locali che videro il battesimo del cinematografo a Trieste, il cinema “AMERICANO”, (nome forse scelto per voler sottolineare la novità).

I primi anni di vita del cinema erano un po’ differenti da quello che ci hanno abituato le moderne pellicole: dalle prime tremolanti proiezioni delle “fotografie viventi”, si arrivò man mano, grazie ai nuovi proietto­ri più sicuri e alle pellicole più resistenti, all’apertura dei cinematografi stabili e quindi alla rapidissima diffusione di questa nuova invenzione praticamente tra tutti gli strati della popolazione, specie di quella più povera che fino ad allora era rimasta esclusa dagli eventi culturali cittadini.

Da segnalare anche come all’inizio non si realizzarono storie organiche, ma ci si limitò a riprendere scene reali (con movimento a loro interno) e a mostrarle divise per “quadri” non organicamente collegati in un contesto narrativo.

Un intraprendente precursore, tale Caris, riuscì ben presto ad organizzarsi anche con la macchina da ripresa e riuscì a gestire tutto il processo: dalla fotografia, allo sviluppo e alla proiezione. Fu il varo del piroscafo “Trieste” uno dei primi fatti documentati con le nuove tecniche.

La storia della città è anche segnata dal grande scrittore James Joyce, che visse a lungo a Trieste (con una vita abbastanza sregolata e movimentata). Tuttavia comprese sin da subito la potenzialità del cinema e tentò di trasferire al Dublino le sue conoscenze cinematografiche acquisite in città. Venne fondata la sala cinematografica “Volta”, ma l’operazione non ebbe un grande successo perché le pellicole, faticosamente e in modo poco economico, fatte giungere da Trieste non incontrarono il favore di quel pubblico.

Dopo più di 100 anni, nei quali il cinematografo ha segnato in modo indelebile le abitudini, la cultura e anche la moda della popolazione, l’arrivo della televisione, dei DVD, di Internet, ecc. ha messo in crisi, complice anche le numerose normative, come le severe disposizioni antincendio, l’intero settore, provocando la chiusura di moltissime sale cinematografiche, oggi ridotte in città a sole sette.

E’ seguita una rapida carrellata delle più comuni sale cinematografiche cittadine, in gran parte oggi comparse (con la proiezione di molte immagini). Già nel 1910 se ne contavano una ventina. Anche alcuni teatri furono riconvertiti alla nuova arte. Le sale sopravissero sino a dopo il secondo conflitto mondiale e i più maturi di noi ne hanno ancora memoria di molte di esse.

 

 

Trieste, 12 novembre 2015.

 

Dino Cafagna

 

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