Club Cinematografico Triestino

APPUNTI DI VIDEOGIORNALISMO

Il 4 aprile 2019 era prevista una serata al CCT. Titolo “INTERVISTA TELEGIORNALE”.
A parte che ci siamo presentati in pochissimi, si è evidenziata una diversa interpretazione del titolo. Siccome l’argomento in passato mi aveva appassionato (videonotiziario per UNIVERSITA’ DELLA III ETA’ DI TRIESTE) ho cercato di carpire qualche segreto sia in rete (è pieno di siti che dispensano buoni consigli per diventare giornalisti o videogiornalisti) sia guardando con un po’ di attenzione i normali telegiornali che passano le TV.

Più vado avanti in questo campo più mi rendo conto che oggi l’informazione passa soprattutto per il video (e la rete), tanto che qualsiasi organizzazione di cui facessimo parte (parrocchia, club, scuola eccetera) potrebbe essere oggetto di un videonotiziario (o, almeno, di una memoria multimediale).  Al momento ho fatto esperienza in Università e spesso eseguo reportage per il Touring Club Italiano (quando la sezione di Trieste organizza uscite quasi sempre a scopo culturale). Insisto che potrebbe essere una buona idea per la scuola, come naturale proseguimento del “giornalino di classe” che TUTTE le nostre generazioni hanno realizzato (anche più volte perché, almeno nel mio caso, ci fu una serie alle medie e poi almeno un’altra alle superiori).
Detto per inciso (meriterebbe un ampio approfondimento e delle prove) oggi è anche facile realizzare (grazie YouTube!) dello streaming, ovvero delle trasmissioni in tempo reale (assolutamente paragonabili a quelle che fanno le televisioni). Ma veniamo a quello che ci interessa:

I contesti della notizia possono essere:
- CONFERENZA STAMPA
- INTERVISTA (live)
- DICHIARAZIONE
- INTERVISTA CON DICHIARAZIONE
- TELEGIORNALE
- SERVIZIO DA INVIATO
…..

CONFERENZA STAMPA
La conferenza stampa viene fatta con il/i relatore/i seduti ad un tavolo e le telecamere delle varie testate intervenute che riprendono. Il problema grosso (attutito dal fatto che spesso è il giornalista a riassumere e le immagini servono solo da sfondo alla notizia) è il sonoro perché difficilmente il microfono sulla telecamera darà buoni risultati (spesso c’è un rimbombo insopportabile). Si gira per lo più con una sola macchina, anche se sarebbe bene averne due, la seconda per riprendere il resto dei giornalisti (pubblico), qualche primo piano dei componenti il tavolo e così via. Ricordarsi di fare qualche ripresa particolare, come ad esempio (se c’è) il banner, una mano che sfoglia una relazione (se l’oggetto era la presentazione di un avvenimento o uno studio). Spesso noterete come si indugi su alcune persone che per un motivo o un altro sono importanti per la testata, ad esempio altre personalità (prefetto, sindaco, altri giornalisti eccetera). In linea di massima il tutto andrà montato condensando parte della conferenza e riportando al massimo solo poche parole “live”. Talvolta si fanno delle interviste o si raccolgono delle dichiarazioni a margine dell’evento: evidentemente si approfitta del fatto che si ha l’attrezzatura disponibile e la personalità sottomano (e magari che scalcita per apparire). Ricordiamoci che per primi piani, panoramiche e altre scene d’effetto possiamo usare, come seconda macchina, il telefonino o una macchina fotografica digitale.
Una buona idea è quella di mettere sul tavolo un registratore, e poi (se serve) montare il sonoro basandosi su quello improponibile registrato con il microfono della macchina.

INTERVISTA (live)
Con intervista (live) intendo l’intervista condotta dal giornalista ad un personaggio. Normalmente si è contro una parete, possibilmente con uno sfondo accattivante (occhio alla luce e ai riflessi!). Il giornalista usa il microfono “a gelato” e lo porta alla sua bocca o a quella dell’intervistato. Il giornalista guarda in macchina o verso l’intervistato mentre pone la domanda, più spesso guarda l’intervistato mentre risponde. L’intervistato guarda l’intervistatore durante la domanda, mentre guarda in macchina durante la risposta, salvo rivolgere lo sguardo brevemente e ripetutamente verso il giornalista. Se avete fatto caso alla fine non si saluta, al massimo si ringrazia. Alla conclusione della ripresa si sta fermi, ci penserà il montatore a tagliare (è da maleducati “scappare via”). Una ripresa del genere richiede la troupe classica: giornalista ed operatore. Ricordarsi di parlare uno alla volta (alternativamente) perché il microfono è uno solo e va portato alla bocca di chi parla, anche se deve dire una sola parola. Normalmente non si inseriscono contributi. E’ ammesso qualche movimento di macchina e qualche zoomata, ma se uno parla va rigorosamente mostrato.

DICHIARAZIONE
E’ venuta di moda da un po’ di tempo. Probabilmente è una questione di costi. E’ direttamente il giornalista che raccoglie la dichiarazione del personaggio. Il personaggio è contro una parete, possibilmente con sfondo accattivante (occhio alla luce eccetera!). E’ inquadrato solo il personaggio che tiene in mano il microfono a gelato. E dice quello che deve dire. (Evidentemente la domanda è già stata fatta o evidentemente si raccoglie una dichiarazione la cui diffusione è stata richiesta dal personaggio stesso). Normalmente non si inseriscono contributi. Quindi qui serve solo macchina e treppiede, e il giornalista funge anche da operatore. Al limite se la dichiarazione è richiesta dall’interessato basta mandare l’operatore, risparmiando la strada al giornalista. Non si saluta e alla fine si sta fermi. Taglierà chi monta. Molto spesso questo tipo di intervista viene annunciato da chi legge, nel telegiornale, la notizia: “Il taldeitali ha voluto chiarire la sua posizione circa i recenti fatti di cronaca. Sentiamo cosa ci ha detto…”

INTERVISTA CON DICHIARAZIONE
Viene fatta su un tavolo, e i soggetti sono due: intervistatore ed intervistato. L’intervistatore è un giornalista e fa anche da operatore. L’intervistato è a un capo del tavolo e usa un microfono tipo Lavalier. L’intervistatore ha la telecamera sul tavolo, davanti a sè (usa un treppiedino di sostegno, opera sempre con le cuffie perché monitora l’audio). Fa le domande alle quali risponde l’intervistato. Alla fine, evidentemente, la posizione della macchina viene invertita, e viene ripreso l’intervistatore che con un microfono “a gelato” pone di nuovo le domande. Il montaggio alternerà le riprese. I contributi da inserire sono minimi. Alle volte la domanda viene registrata successivamente, in studio, mentre viene mostrato l’intervistato che la ascolta (i più ricchi hanno un mixer per i due microfoni, non è il caso dei videomaker). E’ un’intervista classica per i programmi di approfondimento. Ricordarsi di fare qualche ripresa neutra per avere del materiale da usare per poter mettere una pezza a qualche errore.

TELEGIORNALE
Un telegiornale (o videonotiziario) è, ovviamente, più complesso ed articolato in quanto funge da contenitore per le interviste di cui sopra.
Innanzi tutto c’è una sigla (in movimento o per lo meno con effetti di movimento). Dura pochi secondi e ha una musica roboante e riconoscibile.
Poi c’è bisogno di un “mezzo busto”. Lo sfondo è abbastanza importante. Si può scegliere fra un televisore, un chroma key da sostituire con qualche cosa di fisso, va anche bene una biblioteca. Necessario un tavolo e un foglio in mano (anche se il presentatore leggerà il gobbo, ovvero un foglio su cui avrete stampato cosa deve dire corpo 36 o più – il foglio in mano aiuta a non gesticolare). Il gobbo va tenuto a fianco dell’obiettivo della telecamera, dato che il presentatore deve guardare in obiettivo (non il gobbo, perché anche i pochi centimetri di disallineamento si notano).
La formula di apertura è il saluti “buonasera telespettatori!”, ma non è un dogma.
Normalmente c’è un sommario che anticipa le notizie che saranno lette, quasi sempre con un sottofondo di riprese relative alla notizia (pochi secondi per ognuna).
Poi si torna in studio e il giornalista legge la notizia, annunciandola.
Quindi si passa al video della notizia. Ci va un titolo (normalmente in sottopancia, meglio se si predispone una cosa standard da usare sempre), Per solito si inseriscono il nome del giornalista, talvolta quello dell’operatore e del montatore. Non si aggiunge musica. Se compare un personaggio ci va il sottotitolo con il nome e l’organizzazione di appartenenza o il ruolo.
Attenzione al montaggio:
- a parola deve corrispondere immagine (se dico “oggi in piazza Unità c’è stato l’alzabandiera” ci DEVE essere una ripresa in quella piazza e non in altre e si DEVE vedere la bandiera che sale)
- se c’è un inserto da sistemare (ad esempio una piantina topografica) basta inserirlo opportunamente in una traccia del programma di montaggio: andrà automaticamente ad oscurare le altre tracce, sovrapponendosi (non c’è bisogno di taglio, e la voce verrà mantenuta)
- si possono usare foto (meglio se riprese con la stessa telecamera) ma devono mostrare oggetti che ci aspettiamo fissi: ad esempio una targa su una porta. Già un segnale stradale con dietro delle foglie va ripreso con la telecamera perché le foglie DEVONO muoversi e non essere fisse (lo spettatore se ne accorge anche se non c’è vento)
Per le varie notizie basta un taglio a dividerle (non serve dissolvenza), al massimo uno stacchetto.
Sarà bene prepararsi lo stacchetto una volta per tutte (ci può andare anche della musica, diciamo tre note). Lo stacchetto può essere messo fra le notizie (ma non è un dogma) mentre è bene che ci sia se si cambia decisamente argomento.
Poi ci sono le rubriche, che meritano un titolo a parte, uno stacchetto speciale. Ad esempio ne preparerete uno per “notizie sportive”, uno per “notizie culturali”, uno per “le nostre gite” e così via. Spesso la rubrica è ripetitiva, nel senso che compare periodicamente e il titolo facilita l’orientamento dello spettatore.
Alla fine ci va un titolo, buono quello di testa. Però sarà bene aggiungere qualche credito, come il nome del responsabile della testata e cose del genere (non necessariamente sottolineati dalla musica).

SERVIZIO DA INVIATO
L’inviato è mandato sul luogo della notizia, e da lì racconta il fatto. Quindi va inquadrato con sullo sfondo qualsiasi cosa attinente alla notizia. Avrà in mano il microfono “a gelato”, spesso un libriccino con gli appunti da leggere. Si possono inserire riprese sopra alla sua voce (rigorosamente interessanti), ma più spesso è il giornalista che raccoglie nel corso della giornata immagini, dichiarazioni, esegue interviste che poi vengono proposte all’interno del lancio della notizia da inviato. Normalmente non c’è musica. Occhio all’abbigliamento, che deve essere adeguato al contesto. Se parlate di pioggia ed è uscito il sole mettetevi all’ombra, curate di non riprendere zone illuminate, indossate l’impermeabile e se avete un bicchiere a mano versate l’acqua sull’impermeabile!

Per tutto quanto detto. occhio ai tempi! Una notizia (con le dovute eccezioni) va data in un minuto, di più stanca (a meno che non ci sia un buon motivo per soffermarsi).

05/04/2019
Giulio SALVADOR

 

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